John Bock
Meechfieber
Sala Reale della Stazione Centrale, Milano
9 novembre - 5 dicembre 2004
Progetto
Scienziato pazzo e novello Buster Keaton, bambino dispettoso e filosofo del caos, John Bock ha costruito attraverso le sue opere un mondo giocoso e surreale dove la logica sembra affetta da una strana forma di spaesamento, un micromondo in cui tutto è al contempo collegato e dissociato.
Come in una chiassosa e divertente parata carnevalesca, i personaggi mascherati di John Bock si nutrono della realtà nelle sue forme più diverse e creano un teatro dell’assurdo illogico e fantasioso. Lente d’ingrandimento sulla vita e gli oggetti di tutti i giorni, l’opera di John Bock è un continuo miscelarsi di sostanze e idee che si legano e si incastrano come a costruire una Torre di Babele di suoni, colori e immagini. Deragliamenti del pensiero e allo stesso tempo lucido collage dei linguaggi e delle culture più diverse, le opere di John Bock trasformano la vita quotidiana e i saperi parascientifici in un repertorio inesauribile di gag, marionette, saltimbanchi da circo, costumi popolari completamente stravolti.
Nella cornice austera ed elegante della Sala Reale della Stazione Centrale di Milano John Bock presenta l’anteprima europea del suo primo lungometraggio. Meechfieber [Febbre da latte], 2004, è un’enciclopedia fantastica e originale dei personaggi che vivono nel mondo stralunato di Bock: ambientato nella fattoria di Gribbohm dove l’artista è nato e cresciuto, Meechfieber racconta le vicende grottesche di una coppia di campagnoli alle prese con macchine irreali, astronavi bric-à-brac, animali travestiti e danze frenetiche. Interpretato da due attori professionisti, Anne Tismer e Lars Rudolph, già protagonista di Lola corre (1999), Meechfieber è il primo film di John Bock girato in pellicola: commedia slapstick e percorso immaginario nella quotidianità e nelle radici del mondo di oggi, Meechfieber è una coproduzione della Fondazione Nicola Trussardi e del 54. Carnegie International del Carnegie Museum of Art di Pittsburgh.
Per l’occasione della sua prima personale in un’istituzione italiana, John Bock sceglie per la prima volta nella sua carriera di mettere in mostra, insieme a Meechfieber, esclusivamente le sue opere video. In Gast [L’ospite], 2004, il coniglietto da compagnia di casa Bock saltella curioso in salotto tra mobili, tappeti, divani e carote; in Boxer [Pugile], 2002, due personaggi travestiti da pagliacci circensi combattono su un ring improvvisato tra maschere geometriche, protuberanze colorate, colpi bassi e verdure volanti; in Alice Cooper (2001) l’artista si trucca e si traveste da rockstar, corre da una parte all’altra dello schermo come sul palco di un concerto o di uno stadio affollato; in Trail of Deutsche Bank [Il carretto della Deutsche Bank], 2002, l’artista è alle prese con un tagliaerba impazzito e in A gentleman works when a gentleman works a work [Un gentiluomo lavora quando un gentiluomo si mette al lavoro], 2002, due marionette raccontano con l’artista i meccanismi nascosti del suo mondo personale ed eccentrico.
Inaugurata ufficialmente nel 1931, a sostituzione di un precedente edificio di transito risalente al 1864, la Stazione Centrale di Milano è progettata da Ulisse Stacchini nel 1912 su modello della Union Station di Washington. L’edificio ha un aspetto trionfale ed è stata definita da Frank Lloyd Wright “la più bella stazione ferroviaria al mondo”. Proprio al termine del braccio destro del grande fabbricato è il padiglione della Sala Reale, un ambiente sfarzoso che funge da sala d’attesa per il Re Vittorio Emanuele III e la famiglia Savoia. Il padiglione si articola su due piani, con la Sala Reale vera a propria al piano dei binari riservati ai viaggiatori e la Sala delle Armi al piano della strada, a cui si accede da un ingresso indipendente su piazza Luigi di Savoia, proprio accanto al tristemente noto binario sotterraneo 21 da cui partivano i treni con i deportati per i campi di concentramento durante il regime fascista. Fastosamente decorata, la sala è anche testimonianza della “damnatio memoriae” avviata in Italia dopo la caduta del fascismo. Dalla Sala Reale infatti sono state strappate alcune decorazioni tra cui i mosaici rappresentanti il volto di Mussolini, ma rimangono alcune svastiche inserite negli intarsi dei pavimenti in legno, macabro omaggio reso dal dittatore italiano ad Adolf Hitler che si fermò nella Sala Reale in occasione di uno dei suoi viaggi in Italia.
John Bock è nato a Gribbohm in Germania nel 1965, vive e lavora a Berlino. Numerose istituzioni gli dedicano mostre personali tra cui il KW Institute for Contemporary Art di Berlino (2009), il P.S.1 Contemporary Art Center di New York (2007), la Schirn Kunsthalle Frankfurt di Francoforte (2007), il Frac di Marsiglia (2005), l’Institute of Contemporary Art di Londra (2004), il Museum of Modern Art di New York (2000), la Kunsthalle Basel di Basilea (1999) e la Wiener Secession di Vienna (1998). Ha partecipato con le sue performance, le sue sculture e i suoi film a importanti rassegne d’arte contemporanea internazionali tra cui due edizioni della Biennale di Venezia (2005 e 1999), Manifesta 5 a Donostia-San Sebastían (2004), Documenta 11 a Kassel (2002) e la Yokohama Triennale (2001). Ha partecipato a diverse mostre collettive presso il Museum of Modern Art di New York (2009), il Centre Pompidou di Parigi (2009), il Barbican Art Gallery e la Hayward Gallery di Londra (2008), lo ZKM Zentrum für Kunst und Medientechnologie Karlsruhe di Karlsruhe (2008), la Malmö Kunsthalle di Malmö (2008), il New Museum di New York (2007), Magasin 3 Stockholm Konsthall di Stoccolma (2007) e Performa 2007 a New York (2007).