Anri Sala

Long Sorrow

Circolo Filologico Milanese, Milano
15 novembre - 18 dicembre 2005




Progetto

I film, le fotografie e le video installazioni di Anri Sala esplorano i confini della storia e della geografia, osservati dal punto di vista di personaggi marginali, protagonisti involontari di drammi collettivi.

In bilico tra racconti personali e ricerche sociali, metafore di conflitti globali, i video di Anri Sala sono come affreschi, epifanie e visioni che rivelano dettagli nascosti e inaspettati del reale. Nei suoi film l’artista albanese utilizza diverse stili e formati, dal documentario al cinema, dal videoclip alla narrazione in piano sequenza, per mettere a nudo la realtà e raccontare piccole esplorazioni esistenziali.

Per la mostra con la Fondazione Nicola Trussardi – sua prima personale in un’istituzione italiana – Anri Sala presenta Long Sorrow [Il lungo lamento], 2005, un film appositamente concepito e realizzato per quest’occasione che dà il titolo all’intera esposizione. L’opera è un requiem per la fine dei sogni.

Protagonista di Long Sorrow è il celebre sassofonista free jazz Jemeel Moondoc che nel film appare in uno scenario surreale, sospeso a mezz’aria fuori dalla finestra all’ultimo piano di un palazzo alla periferia di Berlino, tipico esempio architettonico di intervento socio-urbano degli anni sessanta. L’edificio è stato ribattezzato dagli abitanti della zona “il lungo lamento”, un appellativo che diventa anche il titolo per il film di Anri Sala. In Long Sorrow il musicista di colore costruisce con le sue improvvisazioni musicali una cattedrale di suoni che vive di una tensione strisciante: documentario sociale e allo stesso tempo metafora della creazione artistica, Long Sorrow si chiude sull’immagine di un aeroplano che sembra scontrarsi contro l’edificio.

Accanto a Long Sorrow, Anri Sala presenta una selezione esaustiva delle sue opere video e alcune fotografie. Uomodomo (2001) è il ritratto di un uomo smarrito, sospeso tra sogno e veglia tra le arcate del Duomo di Milano; in Time after Time [Ogni volta], 2003, le esitazioni di un cavallo fermo di notte sul ciglio di una strada di Tirana si rivelano al nostro sguardo al passaggio delle automobili, che con i loro fari ne illuminano i movimenti. Dal gioco di luci e ombre di una caccia notturna in riva al mare di Ghostgames [Giochi fantasma], 2002, alla trasformazione di un cimbalo in un’assurda lampada stroboscopia in Three Minutes [Tre minuti], 2004, fino agli scatti di paesaggi silenziosi e malinconici di piste d’atterraggio e vecchi luna park, le opere di Anri Sala scorrono come affreschi sbiaditi della realtà.

Per presentare la sua opera, Anri Sala sceglie gli austeri splendori dei saloni liberty del Circolo Filologico Milanese, che con la sua biblioteca è teatro di ricerche pazienti e di incontri tra culture e lingue diverse. Il circolo, fondato nel 1872, è la più antica delle associazioni culturali della città e una delle prime sorte in Italia. Nasce con lo scopo di “promuovere e diffondere la cultura e particolarmente lo studio delle lingue e delle civiltà straniere”, come recita il primo articolo del suo statuto, e già nel 1875 i corsi comprendono l’insegnamento delle lingue francese, inglese, tedesco, spagnolo, ungherese, greco moderno, russo, cinese, arabo ed ebraico. La prima sede è un piccolo appartamento preso in affitto per tre anni grazie al contributo volontario dei soci, che poi si trasferiscono in via Pellico e infine, nel 1908, nell’attuale sede di via Clerici, un edificio in puro stile liberty. Tra il 1909 e il 1920 il Circolo Filologico diventa il principale centro culturale cittadino; nella biblioteca sono disponibili oltre centomila volumi e trecento tra quotidiani e periodici. Illustri intellettuali tengono seminari e conferenze, tra cui nel 1926 Tatiana Tolstoj. La Seconda guerra mondiale interrompe bruscamente l’attività del Circolo: il palazzo è bombardato e parte del patrimonio librario distrutto. Nel 1947 finalmente l’attività riprende a pieno regime e ancora oggi i suoi saloni e la biblioteca sono luogo di intenso studio.

Anri Sala è nato a Tirana nel 1974, vive e lavora a Berlino. Espone da molti anni con mostre personali in istituzioni internazionali tra cui il CAC Contemporary Arts Center di Cincinnati (2009), il Museum of Contemporary Art North Miami in Florida (2008), il Museum Boijmans van Beuningen di Rotterdam (2005), il Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle a Varsavia (2005), il Musée d’Art moderne de la Ville de Paris di Parigi (2004), l’Art Institute of Chicago di Chicago (2004), la Kunstverein di Amburgo (2004), la Kunsthalle Wien di Vienna (2003). Candidato al Preis der Nationalgalerie für Junge Kunst 2005 di Berlino e nel 2002 all’Hugo Boss Prize del Guggenheim Museum di New York, nel 2001 Anri Sala vince il Leone d’Oro come migliore giovane artista alla Biennale di Venezia, a cui ha partecipato per tre edizioni consecutive (2003, 2001 e 1999). L’artista prende inoltre parte a numerose mostre collettive e a esposizioni biennali tra cui la 2. Moscow Biennale of Contemporary Art a Mosca (2007), la 15. Biennale of Sydney in Australia (2006), la 4. berlin biennale di Berlino (2005; e2001), la 8. International Istanbul Biennial (2003), la Tirana Biennale in Albania (nella seconda edizione del 2003 e 2001), la Yokohama Triennale (2001), Manifesta 4 a Francoforte (2002) e Manifesta 3 a Ljubljana (2000).

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