Tarantula
Piazza del Duomo, Milano
30 giugno – 27 luglio 2008
Abstract
"Tarantula" è una rassegna di film d’artista immaginata per gli spazi del megaschermo di piazza del Duomo a Milano. Ricognizione sulle tendenze più recenti dell’arte contemporanea, ma anche piccola enciclopedia dell’arte in video, Tarantula presenta in una grande proiezione pubblica sui cinquecento metri quadrati che coprono i ponteggi del Palazzo dell’Arengario le opere di Vito Acconci, Victor Alimpiev, Johanna Billing, John Bock, Roberto Cuoghi, Rä di Martino, Trisha Donnelly, Mark Leckey, Klara Liden, Pipilotti Rist, Aïda Ruilova, Markus Schinwald, Patrick Tuttofuoco e Gillian Wearing.
Progetto
Prendendo a prestito il titolo dal celebre romanzo sperimentale di Bob Dylan ed evocando antiche tradizioni popolari, Tarantula racconta un universo sottosopra dove l’ordine e la ragione lasciano spazio alla follia e in cui nuove regole trasformano la vita di tutti i giorni in un gioco senza fine. I video che compongono Tarantula rivelano un’umanità in fibrillazione, un mondo di improvvise perdite di controllo, danze liberatorie e momenti d’estasi. Concepita appositamente per gli spazi di piazza del Duomo, come un miraggio comparso misteriosamente nella scenografia monumentale della piazza più importante di Milano, Tarantula conduce i passanti e gli spettatori tra illusioni collettive, allucinazioni, facce, corpi, vite solitarie e masse in movimento. La rappresentazione dell’individuo è infatti al centro di molte opere raccolte in Tarantula quasi che il megaschermo possa riflettere le immagini della strada, trasformandosi in uno specchio dei volti e delle storie che popolano la piazza.
Per un mese, due ore al giorno, i video dei quattordici artisti sono trasmessi sul ledwall, il più grande schermo con tecnologia a led d’Europa: dalle smorfie ingigantite di Pipilotti Rist alle video confessioni di Gillian Wearing, dagli oscuri rituali di Victor Alimpiev alle danze lisergiche di Mark Leckey, dalle leggendarie performance di Vito Acconci, che indagano lo spazio e i limiti fisici del proprio corpo alla crudeltà dei fumetti di Roberto Cuoghi. Tarantula esplora una società in continua trasformazione in cui verità e finzione si fondono e si confondono. I video corali di Johanna Billing, la logica dissociata e surreale che regna nel mondo di John Bock, il Cancan liberatorio di Rä di Martino, le azioni semplicissime ripetute all’infinito di Trisha Donnelly, i piccoli gesti di ribellione di Klara Liden, la follia di Aïda Ruilova, il mistero di Markus Schinwald e i paesaggi urbani da videogioco di Patrick Tuttofuoco rimbombano sullo schermo della piazza come schegge impazzite di realtà.
Con Tarantula piazza del Duomo si trasforma in un’insolita sala cinematografica a cielo aperto dove le immagini degli artisti compaiono come un’allucinazione nel trambusto della città. Dominata dalla facciata gotica del Duomo, l’aspetto attuale della piazza risale alla seconda metà dell’Ottocento e si deve alla messa in atto di un radicale progetto di sventramento e demolizione di edifici pre-esistenti. Il piano di sistemazione generale della piazza è dell’architetto Giuseppe Mengoni che nel 1865 dà avvio ai lavori per la Galleria Vittorio Emanuele e, subito dopo, a quelli per i palazzi ai lati maggiori della piazza, terminati nel 1873 e nel 1875.
Nel 1869 è inaugurato il monumento equestre al centro della piazza, in asse con il portale del Duomo, dedicato a Vittorio Emanuele II, il re dell’unificazione. Di fronte al Duomo è Palazzo Carminati la cui facciata, fino a pochi decenni fa, era ricoperta da insegne pubblicitarie luminose, simbolo di un’Italia ambiziosa e operosa.