Paul McCarthy
Pig Island – L’isola dei porci
Palazzo Citterio, Milano
20 maggio – 4 luglio 2010
Video
Progetto
Pig Island – L’isola dei porci è la prima grande mostra personale di Paul McCarthy in un’istituzione italiana, invitato a progettare un intervento per Palazzo Citterio – uno degli spazi più straordinari della città di Milano nella centralissima via Brera, ancora nascosto e sconosciuto.
Paul McCarthy è uno dei maestri indiscussi dell’arte contemporanea che ha guadagnato un ruolo chiave nella storia dell’arte nei decenni della sua carriera. Accostando minimalismo e performance, Walt Disney e George W. Bush, McCarthy ha utilizzato il corpo umano con i suoi desideri e tabù per inventare un linguaggio unico, irriverente e beffardo, che mescola la leggerezza della pop art con le fiabe popolari, gli incubi della cronaca con il palinsesto più abietto del gossip internazionale. I video, le performance, le installazioni e le sculture di McCarthy trasportano il visitatore in un universo che combina il glamour di Hollywood con il lato oscuro del sogno americano.
Pirati, clown, pupazzi di babbo natale, barattoli di ketchup, avatar fatti in casa, bulli e pupe, maiali e bottiglie di whisky animano il teatro di Paul McCarthy: le mostre dell’artista sono pensate come giganteschi parchi a tema in cui si celebrano baccanali infuriati e sottili parodie di serial televisivi. Come il direttore di un circo, McCarthy mette in scena spettacoli a cui partecipano sosia di celebrità, presidenti e regine, da Angelina Jolie a Mickey Mouse, da Liz Taylor a Elisabetta II: i travestimenti dell’artista americano innestano la tradizione della commedia dell’arte nelle soap opera americane e nell’attualità tragica del mondo contemporaneo.
Per la mostra della Fondazione Nicola Trussardi, Paul McCarthy porta a Milano una delle sue opere più complesse e ambiziose, Pig Island – L’isola dei porci una gigantesca scultura che è cresciuta nello studio dell’artista per raccogliere in oltre 100 mq un’antologia surreale dei temi che hanno animato tutta la carriera dell’artista. L’installazione Pig Island – L’isola dei porci è un luna park carnevalesco in cui gli uomini si comportano come maiali: un’isola del tesoro alla rovescia, dove pirati dei Caraibi ed eroine si abbandonano a una festa indiavolata, un nuovo naufragio della speranza. Pig Island – L’isola dei porci è una Zattera della Medusa in cui i protagonisti possono finalmente liberarsi delle loro inibizioni e manifestare la loro natura troppo umana. Pig Island – L’isola dei porci è un work in progress a cui Paul McCarthy lavora da oltre sette anni ed è presentato in anteprima mondiale a Palazzo Citterio dalla Fondazione Nicola Trussardi.
L’opera – a cui si accompagna una selezione di lavori di McCarthy dal 1978 al 2010 – è installata in uno dei più maestosi interventi di architettura contemporanea a Milano, ancora completamente nascosta al pubblico e svelata in questa occasione per la prima volta. La mostra è un’esplorazione di un bunker sotterraneo scavato sotto la città dove affiorano reperti archeologici dell’isola che non c’è: Pig Island – L’isola dei porci combina le opere ipertrofiche e pantagrueliche di Paul McCarthy con la brutalità di un non-finito.
Palazzo Citterio è una dimora nobiliare situata nel centro storico di Milano, in via Brera, risalente alla seconda metà del settecento; fu acquisito al demanio dello Stato su richiesta del Ministero per i Beni e le Attività Culturali negli anni ’70 per essere destinato ad attività espositive e culturali in relazione alle esigenze di espansione della Pinacoteca di Brera. Dopo un primo intervento di adeguamento funzionale i lavori furono interrotti fino a quando a metà degli anni ‘80 fu redatto un nuovo progetto dall’architetto inglese James Stirling che prevedeva l’insediamento nel palazzo di un moderno museo ad ampliamento della Pinacoteca di Brera. I lavori hanno subito diverse interruzioni a causa di contenziosi legali con i vicini e di complesse vicende legate alle destinazioni d’uso del complesso. Le parti originarie del palazzo settecentesco ancora ben conservate sono le facciate con gli eleganti poggioli lungo la via Brera, il cortile porticato interno, le cantine con le volte e le stanze nobili al primo piano; l’intervento dell’architetto Stirling non è poi stato realizzato se non per il volume interrato che, pur rimasto allo stato rustico, denuncia chiaramente i tratti distintivi stilistici e spaziali del grande architetto inglese. Il 24 novembre 2008 è stato firmato il “Protocollo d’intesa per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale di Milano” fra comune di Milano e i Ministeri della Difesa e dei Beni e le Attività Culturali. L’obiettivo primario del protocollo è il rilancio di Brera con l’ampliamento della Pinacoteca anche a Palazzo Citterio in una logica complessiva di sviluppo culturale della città di Milano nella prospettiva dell’EXPO 2015 . Questa mostra – che svela il palazzo al pubblico per la prima volta dopo oltre venticinque anni – è una preziosa occasione per aprire alla cittadinanza le porte di questo prestigioso edificio e far conoscere un tesoro misconosciuto in attesa del suo prossimo rilancio a servizio della cultura cittadina.
Paul McCarthy (Salt Lake City,1945) vive e lavora a Los Angeles, California. Nella sua lunga carriera ha esposto nei musei più prestigiosi del mondo tra cui il MoMA Museum of Modern Art di New York (2009), la Tate Modern di Londra (2003), l’Haus der Kunst di Monaco (2005), il Whitney Museum of American Art di New York (2008), il Moderna Museet di Stoccolma (2006), la Whitechapel Gallery di Londra (2005), l’Hamburger Bahnhof Museum für Gegenwart di Berlino (2008) e il John Paul Getty Museum di Los Angeles (2008).
L’artista americano ha partecipato alle più grandi kermesse dell’arte contemporanea tra cui la Biennale di Venezia (quattro edizioni: nel 2001, 1999, 1995 e 1993), la Biennale del Whitney Museum di New York (tre edizioni: nel 2004, nel 1997 e nel 1995), la Biennale di Berlino (2006), la Biennale di Santa Fe (2004), la Biennale di Lione (2003) e la Biennale di Sidney (due edizioni: nel 2010 e nel 2000).
Approfondisci
Pig Island – L’isola dei porci è la prima grande mostra in Italia di Paul McCarthy, il leggendario artista americano che con la sua lunga carriera ha scritto pagine fondamentali della storia dell’arte contemporanea.
Pensata appositamente per gli spazi monumentali e sotterranei di Palazzo Citterio, Pig Island – L’isola dei porci combina opere storiche, video, nuove produzioni e una sorprendente anteprima mondiale per costruire una gigantesca opera d’arte totale in cui il palazzo – straordinario esempio di architettura settecentesca nei cui sotterranei sono state scavate negli anni ’80 nuove enormi sale espositive, rimaste chiuse per oltre venticinque anni – si anima dei sogni e delle visioni di McCarthy. Nella mostra Pig Island – L’isola dei porci le opere pantagrueliche di Paul McCarthy si fondono con la brutalità di spazi non-finiti per immergere i visitatori in un enorme collage in tre dimensioni. Mescolando pop art e performance, minimalismo e Walt Disney, McCarthy ha inventato un linguaggio unico che è stato celebrato da tutti i musei del mondo, tra cui la Tate Modern di Londra, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles e il Whitney Museum di New York.
Paul McCarthy lavora dalla fine degli anni’60 a installazioni, sculture e video che esplorano il lato oscuro del sogno americano. Pirati, clown, pupazzi di babbo natale, barattoli di ketchup, avatar fatti in casa, bulli e pupe, maiali e bottiglie di whisky sono i giocattoli che animano il mondo ipertrofico di Paul McCarthy: ogni sua mostra è pensata come un gigantesco parco a tema in cui si celebrano baccanali e parodie di serial televisivi. I travestimenti di Paul McCarthy innestano la tradizione della commedia dell’arte sulle soap opera americane: come il direttore di un circo, Paul McCarthy mette in scena spettacoli in cui giocano sosia di celebrità, presidenti e regine, da Alice nel Paese delle Meraviglie a George Bush, da Angelina Jolie ai Sette Nani.
Pig Island – L’isola dei porci porta a Milano il mondo burlesco e feroce di Paul McCarthy: fin dall’ingresso nella mostra il visitatore si immerge nella realtà surreale e nella satira politica dell’opera di McCarthy con Static (Pink) (2004-2009) una maschera di silicone rosa colta in un momento di beffarda lascivia. Nel mondo di McCarthy ogni gerarchia è stravolta: come ne La fattoria degli animali di George Orwell, la politica si trasforma in una commedia grottesca in cui animali e esseri umani si scambiano di ruolo e il caos sembra regnare sovrano. Girati con la collaborazione del figlio Damon, e con una produzione degna dei più imponenti kolossal cinematografici, i film Pirate Party (2005), Houseboat Party (2005) e F-Fort Party (2005) sono stati realizzati durante infinite sessioni di performance all’interno di spazi al confine tra il parco d’intrattenimento e l’architettura fai da te. Come in un carnevale, ruoli e gerarchie sono messe a soqquadro. Fortini da western di serie B e navi da Pirati dei Caraibi si popolano di personaggi di una Disneyland per adulti in cui si svolgono battaglie infuriate e scontri bizzarri. Con gesti e risate sguaiate, corsari e soldati si dedicano a pratiche violente e volgari del tutto immotivate come se l’azionismo viennese incontrasse la finzione e il glamour di Hollywood: litri di ketchup e di sciroppo al cioccolato scorrono a fiumi dalle protesi mozzate di gambe e di braccia mentre incalza il ritmo di una fiaba senza trama e senza lieto fine. Nella sala successiva, il galeone di Black Bow Bilbao (2001-2005) sembra quasi un parco di divertimenti portatile, la maquette di una scenografia mai realizzata.
La mostra della Fondazione Nicola Trussardi è anche l’occasione per riscoprire alcune delle prime sculture di Paul McCarthy in cui l’artista infiltra il corpo umano, i suoi organi e la sua carne, in opere che all’apparenza sembrano utilizzare il linguaggio del minimalismo più freddo ma che lo investono di nuove pulsioni e desideri. In Chair With Butt Plug (1978) una sedia – la sedia è un motivo ricorrente nella storia dell’arte, dalle sedie di Van Gogh a quelle dell’arte concettuale – diventa uno strumento per indagare la sessualità e per proporre un nuovo punto di vista stralunato sul mondo delle cose. Con Ketchup Sandwich (1970) Paul McCarthy costruisce un cubo perfetto in vetro inframmezzando ogni strato con il simbolo del cibo spazzatura d’oltreoceano. Giocando sulle associazioni evocate dal cibo da fast-food e da effetti speciali da quattro soldi, il ketchup – che nel mondo di McCarthy rappresenta anche un fluido corporeo – diventa un gigantesco monumento da adorare, un pallone da parata alto oltre quindici metri che troneggia nel cortile esterno di Palazzo Citterio, nell’opera Daddies Tomato Ketchup Inflatable (2007). Tutte le icone e i simboli del mondo di oggi crollano nelle mani di McCarthy che utilizza gli strumenti della parodia per restituire tutta la loro falsità e la loro meschinità, come in Paula Jones (2010) in cui l’artista guarda ai fumetti per indagare il voyeurismo, la più contemporanea delle debolezze umane.
Per la mostra della Fondazione Nicola Trussardi, Paul McCarthy porta a Milano una delle sue opere più complesse e ambiziose, presentata qui in anteprima mondiale. Pig Island (2003-2010) è un enorme accumulo fatto di creta, metallo, polistirolo, legno, plastica e ogni altro materiale da bricolage che costruisce una versione contemporanea di un Merzbau di Kurt Schwitters. Cresciuta nello studio dell’artista in sette anni di lavoro, Pig Island raccoglie in oltre centro metri quadrati un’antologia surreale dei temi che hanno animato tutta la carriera dell’artista. L’opera Pig Island è stata portata a Milano dallo studio di Los Angeles dell’artista con meticolosa attenzione, trasportando ogni minuscolo pezzo di plastica, ogni oggetto e rifiuto che l’artista ha ammassato in questa scultura ciclopica. Pig Island appare in questo bunker scavato sotto la città come un gigantesco reperto archeologico: il capolavoro di McCarthy è un’isola del tesoro alla rovescia in cui bucanieri ed eroine si abbandonano a una festa indiavolata, un nuovo naufragio della speranza. Pig Island è una Zattera della Medusa in cui i protagonisti possono finalmente liberarsi delle loro inibizioni e manifestare la loro natura troppo umana. Come tutta la mostra, la scultura brulica di sogni e incubi: è un percorso nell’inconscio della nostra società sospesa tra eros e tabù, spazzatura e icone.
Nei sotterranei più bui di Palazzo Citterio, si incontra allora la scultura sinistra Dreaming (2005): Paul McCarthy si ritrae nudo – sognante o forse morto – in una scultura iperrealista che lo trasforma in un fantoccio o forse in un idolo da venerare.