Liberi Tutti

Teatro Arsenale, Milano
3 - 6 Aprile 2013




Progetto

Liberi tutti è un piccolo festival di arte dal vivo organizzato in collaborazione con miart, fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano. Per quattro giorni gli interventi degli artisti Darren Bader, Keren Cytter, Gelitin e Thomas Zipp animano le serate della settimana della fiera mettendo in scena performance, concerti, intermezzi e pièce teatrali nella cornice del Teatro Arsenale, che per l’occasione cambia il suo allestimento e assetto ogni sera.

Ritratto analitico, del gruppo austriaco Gelitin – composto da Tobias Urban, Wolfgang Gantner, Florian Reither, Ali Janka e, per l’occasione, da Salvatore Viviano –, beffardi eredi dell’Azionismo viennese e noti al grande pubblico per le loro azioni dissacranti e provocatorie, è la performance inedita che apre il programma: su un palco quadrato posto al centro della sala, gli spettatori sono invitati a interagire con gli artisti posando per una serie di ritratti, che a fine serata possono anche essere acquistati. In un dialogo sorprendente tra il pubblico e i performer, i disegni sono eseguiti a sorpresa dagli artisti semplicemente ancheggiando e tenendo i pennelli stretti tra i glutei, mostrando con ironia le loro capacità fisiche e l’umorismo necessario per sopravvivere alla vita di tutti i giorni. Con la tradizione del ready-made si cimenta invece l’artista americano Darren Bader che va in scena con Le Quattro Stagioni, Trois Gnossiennes,  e Triple DJ, tre incursioni musicali che abbattono i confini tra performance, concerto e scultura, destrutturando e sovrapponendo partiture di musica classica o DJ set attuali. Durante la serata quattro quartetti d’archi eseguono il programma delle Quattro Stagioni di Vivaldi, suonando in contemporanea la Primavera, l’Estate, l’Autunno e l’Inverno. Seguono tre pianisti che, ciascuno seduto a un pianoforte, interpretano ognuno una delle partiture delle Trois Gnossiennes di Erik Satie, per concludere con una session triangolare in cui tre DJ, suonando in simultanea, fondono la loro musica in un cacofonico finale danzante per il pubblico in sala. Nella performance dal taglio più teatrale presentata da Keren Cytter il pubblico è esortato a osservare, seduto e in silenzio, una rappresentazione esistenzialista e onirica di spaccati di vita quotidiana. Ispirato alla vita dei due attori Susie Meyer e Fabian Stumm, che sul palco rappresentano se stessi tra realtà e finzione, Show Real Drama presenta i conflitti su cui si basano le relazioni interpersonali. In questa pièce l’artista israeliana, il cui lavoro prende ispirazione dalla sua vita e da quella dei suoi amici, ci racconta dell’amore, del desiderio, della perdita e dell’imprevedibilità della comunicazione umana, rimescolando i codici canonici, i racconti e le immagini solitamente usate per descrivere questi temi.

Infine, chiude la rassegna The Pentothal Analyses (un ballet de cour), progetto inedito del berlinese Thomas Zipp, che nelle sue opere si appropria del linguaggio scientifico e medico, dell’estetica della documentazione archivistica e del memoriale futuristico, per creare atmosfere deliranti e misteriose. Con la sua performance Zipp fa abitare il Teatro Arsenale da un gruppo di personaggi imperscrutabili con il volto coperto da maschere anonime, che si muovono come automi protagonisti di una danza magica, un rituale anonimo e spersonalizzante in cui cibo e musica diventano strumenti lisergici.

Con Liberi tutti la Fondazione Nicola Trussardi porta i linguaggi più sperimentali negli affascinanti spazi dell’antica chiesa di San Simone e Giuda edificata nel 1272, sconsacrata in epoca napoleonica per poi essere trasformata in teatro, sala da ballo, deposito, teatro delle marionette, di nuovo in luogo di culto, sede di associazioni e infine, dal 1978, nel Teatro Arsenale, che riprende nel nome la funzione di deposito svolta nell’Ottocento. Nel 2009 il Teatro Arsenale ha anche ospitato la proiezione del film prodotto dalla Fondazione Trussardi Frammenti di un film con un orso e un ratto (2008) di Peter Fischli e David Weiss.

 

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